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diti attendere, che non offenda Dio, e che ne’ suoi occhi non sia macula d’ingiustizia.
Colui merita degnamente il grado1 il quale o a parenti o amici costretti in necessità provvede.
Siccome alle ingiuste cose non è da dare orecchio, cosi a coloro che domandano quello che degno, niuna domandagione è da dinegare.
A quello che manifestamente induce Justizia e conforta dirittura a ciascuno appartiene d’essere attento acciò che i mali siano puniti, e la ragione in pubblico2 risplenda.
Con ciò sia cosa che quando non si puniscono i mali, si provochino le genti a peccare e la moltitudine de’ peccati si ingeneri3 gravi danni; degnamente merita penitenza chi ciò commette.
A ciascuno rettore s’appartiene di non lasciare i mali impuniti, ma toglierli al postutto con debite pene, sicchè per paura del tormento niuno alle cose illecite4 pervegna, ne le mani a malefici distenda5.
Di cosa onestissima si può dinanzi da voi sicuramente parlare, che voi siete di giustizia scudo; difenditori della ragione, di dirittura amatori, guastatori de’ mali, scacciatori di scandali e refugio de’ miseri: e ciò dà vigore ed a me e a chi ragione intende proporre.
Perciocchè voi siete giusti e nelle vostre opere amate dirittura secondo che chiaramente appare in comune e in diviso, credo che bastino poche pa-