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Lione nella quale non era il nome dell’autore) dove si leggeva il nome di Maestro Galeotto; un codice dove era scritto frate Guidotto, e veggendo essere l’opera la medesima, pose, come sembra probabile, disgiuntivamente i due nomi, e fuse i due titoli senza ricercare più oltre.

L’abate Pellegrino Orlandi nella sua opera «Notizie sugli scrittori bolognesi» dice: Galeotto Guidotti cavaliere fioriva in belle lettere nel 1250. Egli fa uno dei nomi cognomi, scompera il frate per far posto al cavaliere; ci dà una data sicura, ma nè dice, nè lascia supporre, di quali argomenti si sia valso per le sue affermazioni.

L’Echard nell’opera in cui tratta de’ domenicani che illustrarono l’ordine, sotto la rubrica «Scriptores saeculi XV visi dubii an nostrates fuerint» (Vol. I, pag. 906) scrive: F. Guidottus de Bononia a nemine quod sciam hactenus laudatus, quantum coniicere est ante MD filorebat; eiusque habetur Florentiae apud Sanctam Mariam Annunc. Servitarum N. 204 «Rettorica di Cicerone volgarizzata da Fra Guidotto da Bologna.» Cuius familiae legibus fuerit adstrictus disquirant indigenae et hic addant. Io non so comprendere come possa l’Echard commettere un sì grave anacronismo, se pure il codice da lui veduto fu quello che il Mehus afferma che videro i duumviri (Echard e Quinet), poichè tal codice è certamente della prima metà del secolo XIV, ed è curioso che un sì massiccio e grossolano errore non sia stato mai notato da alcuno, per l’innanzi.

Il Mehus nella vita di Ambrosio Camaldolense pag. 137-138 così si esprime: Guidottus Bononiensis... in his (codicibus) quum unum Florentiae inspexis-