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scarse, incerte, spesso ripugnanti e contrarie, ci sono state tramandate, affine di diradare un poco di quelle tenebre, che ne avvolgono la vita, di definire quali opere scrisse ed il loro valore letterario, in una parola, di portare qualche raggio di certezza, laddove sinora erano solamente supposizioni per lo più messe insieme senza alcun critico discernimento.
I dubbi che esistono intorno al nostro autore incominciano dal suo nome, e si rinnovano in ciascuna delle ipotesi che intorno a lui sono state fatte: se veramente abbia vissuto ed in qual tempo; se fosse frate, e di qual professione; se cavaliere, e di qual ordine; se maestro di grammatica, e nella nostra università; se traduttore e scrittore, o compilatore e plagiario e parecchie altre.
A primo aspetto può forse sembrare fatica inutile, almeno di minima importanza, questa d’essermi adoperato in tante e minuziose ricerche per chiarire tali quistioni; ma così non si parrà veramente a chi abbia in sè culto ed amore per i primi scrittori della nostra favella, e intenda, ch’essi hanno colle opere loro tessuto il vessillo che testimonia della nazionalità italiana, e più fortemente lega in fraterno vincolo le varie e belle regioni dal nostro bellissimo paese; ed io m’avviso che questa operetta possa avere per ciò in sè alcuna utilità e interesse; oltredichè ha importanza certa e positiva in ciò che quanto più esatta e profonda conoscenza abbiamo della vita dei singoli individui, tanto più facilmente possiamo addentrarci nelle intime ragioni dello svolgersi dell’arte e del pensiero nazionale in un determinato periodo di storia, il che è in maniera del tutto pratica necessario al nostro particolare perfezionamento ed alla generale coltura.