Pagina:Gavuzzi - L'Adramiteno e le Favole di Esofago, Torino, Fontana, 1828.pdf/88

temi delle vostre carissime nuove; mandatemi di quelle vostre acque catarrali, che sono tanto buone per i calli. Nulla risposero le Rane a queste imprecazioni. Bensì tutte unanimi, e concordi, mentre il Ragno già abbrustoliva, si misero a cantare di Cesol-fa-ut gravissimo cra... cra... cra... cra... quel, che ha da essere, sarà.

Moralità.

De futuris contingentibus etc.


FAVOLA IX.




LA PULCE, E LA LUMACA.


La Pulce, al dir de’ più rinomati energumeni, trae la sua distinta origine dai barattoli d’Artaserse il vecchio. Dicesi, che abbia inventato il catasto usuale: porta ordinariamente codino lungo: l’ombra del suo corpo è verdeggiante; e quando sputa, l’alpi Graje fanno flusso, e riflusso. La sua fisonomia è come quella di un consumato arcicanonista; e la sua cura è di cercare le triffole 16, carotte ed i funghi impietriti. Or questa Pulce volle un giorno farsi astrologare, e interrogando qual sarebbe stato il suo fine, le disse la Pitonessa, che doveva morire nel fuoco, e nell’acqua. Questa risposta non le parve categorica: tuttavolta prese commiato, e passeggiando sugli alberi d’Ermione, stava pensando, e ripensando come potesse formarsi il coagulo di così disparati accidenti, e