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ATTO TERZO.


Antico palazzo ec.


SCENA I.


Ciborra colla maglia in testa inghirlandata di fiori e di belzoino, e di matricaria, con giubba ricamata a fior di latte, e sottanino a forma di brevetto; indi Adramiteno con guardie corporee.

Cib. » Grazie, o beati Numi Anacreonti
     » Eccomi giunta al fin d’ogni tormento.
     »A voi torno, e già un tempo amici fonti,
     » Già mia delizia, or del mio mal conforto.
     » Respira, anima mia, eccoci in porto.
               » Ah! sì furbette:
                    » Mie passerette,
                    » Voi festeggiate ec.
Cib. Anzi son grata
     Al tuo amor, a’ tuoi doni:
     Pur, se rifiuto la tua destra, e il soglio,
     Sol per tuo ben divento ingrata, e voglio,
     Che il mio error tu perdoni.
     » Si tesse in Roma un’insidiosa trama:
     » Elvia matrona, Elvia superba brama,
     » Di salir sposa tua teco all’Impero:
     » E, se una ignobil Ninfa
     » Ella con te veder dovesse unita,
     » Io tremerei per la tua cara vita.