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interessa, e da quel grave andamento di tutto il sonetto, stettero in dubbio di se, e sospese fino alla chiusa. E veramente un ammasso di tanti anacronismi, e di così inenarrabili stranezze, chi se lo aspetterebbe da un personaggio di tal senno, e dottrina? Ma da questa stessa perplessità, e sorpresa eccitata con arte e dalla nobiltà del cominciamento, che tanto promette, e da quel guazzabuglio di erudizione antica, e soprattutto dalla maestà, ed armonia del verso, quanta forza riceve poi l’innocente facezia, con cui termina l’Autore il componimento? La chiusa è alfin quella, che libera dalla sospensione l’uditore. Perocchè da questa sola ei s’accorge, che il Poeta burlava; La quale quanto più giugne inaspettata, tanto più muove a riso, non essendo essa, che un colpo all’aria, non diretto ad alcuno, ma che può riceverlo soltanto chi vuole: per modo che un musaico di tante stravaganze, pari alle quali non sognerebbe un infermo, non però senza spirito accozzate, e di un bello stil rivestite, che altro alfin rappresenta, che il vero mostro Oraziano ridotto ad arte, che produce appunto l’effetto statogli dal Poeta attribuito? Perocchè introdotti a vederlo,

Potran gli amici trattener le risa?

Ecco pertanto, che cosa è una Trebaziata: Ella è un modo di cicalare, in cui l’Autore saltando, come si dice, di palo in frasca, e d’Arno in bacchilione, passa con qualche artifizio d’uno in altro soggetto, ma senza tessitura, nè ordinamento alcuno di materia: o, direm meglio, ella è un vergato di mostruose stranezze, che sostenendosi per la varietà dell’erudizione, e per la bella dicitura, ha forza d’intertenere piacevolmente l’uditore senza stancarlo. Ed io questa sorta di frottolare, in cui non mancano al nostro Autore imitatori anche oggidì, persone distinte, e capaci di ricreare con molto spirito ogni colta assemblea, non che singolare, era egli unico a’ tempi suoi, e le improvvisava eziandio con facilità, e con un profluvio di erudizione d’ogni genere, durando in esse pur lungamente senza offender persona, con dolce trattenimento, e con meraviglia di tutti.