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Ma non, perchè meno sparse, o scritte in prosa, son esse meno pregevoli: Che anzi coniate sono del marchio medesimo, e van distinte d’un solo carattere di stile col Dramma; e le arguzie, delle quali ridondano, scaturiscono dalla stessa sorgente, e sono sempre originali, e proprie: Dove tra le idee, che pajono le più disparate, e sconnesse, chi ha mezzana coltura, ed è alcun poco pratico della curia, e del foro, vi scopre una certa consociazione, e corrispondenza affatto singolare per mille stranissime allusioni, che arrivano impensate, e nuove: dalle quali sorpresi chi legge, non può non sentirne l’effetto, e non dare in uno scoppio di riso, fosse anche immerso nella più profonda tristezza. Queste pure esistono nel manoscritto della suddetta Biblioteca, e convengono interamente con quello, salvochè manca ivi la 5.ª della Fortuna, e del Corno, e la 3.ª di Zenobia, e del Protomedico, che dopo varie ricerche la sorte pur ci presentò per altra mano gentile.

Niuno è oggimai in Piemonte, che ignori da quanto ragguardevole soggetto uscite sieno queste due Operette; fu egli il sig. Avvocato Stefano Giuseppe Antonio Gavuzzi, Presidente del Reale Senato di Torino, che morì ottuagenario