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Mi consenta però l’Associazione di trattenermi qualche istante sulla variabilità. È dessa una proprietà essenziale, propria di tutti gli organismi e che grandemente contribuisce coll’imponente falange di fatti, che determina e spiega, a convalidare le teoria dell’evoluzione organica o teoria della discendenza.
Non si danno due individui della medesima specie che posseggano gli stessi caratteri esterni, la stessa organizzazione interna. Studiando un gruppo di piante o d’animali, ogni biologo non tarda a convincersi quanto sia grande la variabilità della specie che attentamente esamina e non di rado arriva a conclusioni sorprendenti.
L’illustre prof. Ernesto Haeckel di Jena, compiuto l’esame diligente delle spugne calcaree, dichiarò che si potevano ammettere 591 specie oppure una sola, non potendosi esse nettamente distinguere dalle varietà.
E tutti gli animali domestici al pari delle piante coltivate ci provano luminosamente la variabilità della specie. Quante razze e varietà di cavalli, di cani, di pecore, di piccioni, di galline; di camelie, di rose, di giacinti!
Il sommo filosofo-naturalista Carlo Darwin si è incessantemente preoccupato della variabilità, di questa manifestazione vitale inseparabile dal concetto di organismo. Egli la cercò, la segui ovunque: la promosse nei due regni organici,