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Camera dei Deputati, e precisamente quello del 29 maggio 1891.
Quando colla libertà d’insegnare e d’apprendere; quando coll’abolizione, se non di tutti, d’una gran parte degli esami speciali; quando questi si dovranno sostenere innanzi a giudici che non furono costantemente i propri insegnanti; quando coll’istituzione degli esami di Stato, s’intende colle opportune modificazioni riflettenti il nostro passato, le nostre tradizioni e consuetudini, si sarà compiuta la riforma anche in Italia, potremo subito riconoscere una serie di benefici immediati, di vantaggi meravigliosi.
Mi sia permesso di rammentarne qualcuno.
1° — Colloco in prima linea il tramonto di tutte le insurrezioni degli studenti entro l’Ateneo, e la conseguente chiusura di questa o quella o di parecchie Università contemporaneamente; chiusura che si risolve in danno degli studenti e quindi di tutto il paese.
2° —- Tramonteranno l’immobilità, la stasi, il regresso, insomma le condizioni d’inferiorità nei nostri Atenei di fronte alle Università straniere; poichè colla libertà completa si sveglierà la concorrenza feconda e si renderà permanente l’energia didattica e scientifica di tutti gli insegnanti, sia ufficiali sia liberi docenti, i quali — colle condizioni dominanti — conseguita la cattedra od il titolo di libero docente, subiscono non di rado una profonda metamorfosi regressiva.