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aggiungasi la differenza dell’età;

e meglio si comprenderà che non vi sono due studenti nelle stesse condizioni fisiologiche: due studenti che abbiano le stesse attitudini, la stessa volontà di valersene e via dicendo.

Gli uni, di conseguenza, amano lo studio, sono diligenti, esemplari nel loro contegno dentro e fuori l’Ateneo, durante l’intero corso di studi.

Gli altri sono allo studio piuttosto indifferenti, l’apprezzano nei compagni, lo ameranno solo quando saranno fuori dell’Ateneo.

Gli uni temono le agitazioni, le insurrezioni, e si sforzano di evitarle perchè sanno che si risolvono sempre a danno loro.

Gli altri quasi quasi le vagheggiano: e mille circostanze loro paiono buone per costituire la parva scintilla quae magnum excitabit incendium.

Agli studenti del 1° anno in generale piace un’occasione qualsiasi per convincersi che davvero l’ambiente universitario non somiglia a quello del Liceo o dell’Istituto tecnico: per convincersi che non hanno più le redini tese od i polsi frenati.

Quelli amano, desiderano gli esami: questi li paventano quanto l’acqua bollente.

Nasce dunque spontanea l’idea: se gli studenti son tanto diversi; se svelano una variabilità così spiccata, è logico, è conveniente ed equo che gli studenti d’una stessa Facoltà siano ad litteram sottoposti tutti allo stesso tratta-