sopra tutte le cose era da esser venerato, et cõ sõma riverẽtia affermata. Quindi [Platone.]Platone sapiẽtissimo disse, che un'huomo fedele è di maggior prezzo, et valore, che tutto l'oro del mǒdo. E Orfeo Theologo antico disse, [Orfeo.] che la fede è la balia, e la nutrice de gli huomini che s'hãno da felicitare. alla qual cosa alluse Catone[Tullio.] appresso a Tullio nel terzo de' suoi ufficij, dicẽdo, che la fede ha un tẽpio appresso Giove Ottimo Massimo. Il che anco dice de forse occasione a valerio Massimo [Valerio Massimo.] di chiamar la fede Numer venerabile. Per questo raccőta Servio [Servio.]: che gli antichi venerarono il cane a guisa d'ữ Dio, solo per la sua fedeltà. Talchè essẽdo il governatore fedele meritarà tutti i honori, e tutti i pregi del mǒdo. Ma per il cǒtrario nǒ sarà vitupero, e scorno, che nǒ meriti un governatore infido, il quale perfidamẽte assassini la Republica, rubbi il cǒmune, s'approprij l'universale, faccia frode né maneggi, cǒmetta inganno né libri del governo, scriva quel ch'è falso, levi quel ch'è vero, aggioga i debiti, diminuisce i crediti, usurpi il suo a' particolari, dãneggi i beni, che nǒ sǒ suoi, usi per se stesso ogni cosa, neghi a' sudditi anco il vitio necessario alla cǒservatione della vita, e finalmẽte per cǒgregar denari, dissipi, distrugga, spiãni i luoghi del governo proprio. Et si potrà dir di costui più di quel, che dice Servio [Servio.] di Curione, che egli věde' Roma a Cesare per větisei mila scudi; perché, per accumular pecunia, et ammassar denari per se solo, nǒ vende, ma getta, nǒ getta, ma strugge, nǒ strugge, ma profonda il bẽ della Republica in un tratto. Ma dove lascio la carità, che da' cǒtata lode a' Governatori amorevoli, e da bene? questa ministra volẽtieri a' sudditi i lor bisogni, gli provede le cose necessarie, gli cerca le vettovaglie a buỡ mercato, scaccia la carestia fuori delle città, pone abǒdanza in ogni cosa, aiuta i poveri, sovviene a gli afflitti, consola i miseri, recrea i sconsolati, e porge ogni sorte d'aiuto, e soccorso alle persone destitute. Quindi ragionevolmente [Giustiniano Imperatore.] Giustiniano Imperatore nella sua instituta, al titolo de Libertini fece professione di possedere questa virtù, dicendo. Nostra pietas omnia augere, et in meliorẽ statữ revocare desiderat. Tutti gli antichi hebbero in sommo honore quelle persone, che l'usarono, per argomẽto del suo pregio, et valore. E perciò Hercole [Varrone.](secondo che scrive Varrone) giovando continuamente a gli huomini, fu chiamato per fargli honore ασξίσασαω che proprio vuol dire dissipatore de' mali. E in vero quale è la più bella, et più honorata cosa, che aiutare l'huomo, et soccorrerlo più che possibil sia in tutti i suoi bisogni? Havevano i Romani nel mezo delle lor Corti la casa delle gratie, volendo significare, che a tutti gli huomini era necessario far gratia, e piacere à gli huomini, et essere prontissimi ai servitij né bisogni. [Essempio di Ligurgo.] Ligurgo, per fare i suoi cittadini humani, gli avezzò a pensare di non esser privati, ne vivere in modo alcuno da persone private, ma che pensassero esser come le pecchie, che fanno ogni cosa à utilità commune. [Ausonio.] Ausonio scrive di Traiano che fu tanto caritativo, et humano