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36 | piazza |
Come la fe', ch'una bell'alma cinga
Del suo tenace, e indissolubil nodo
Ne da gli antichi par che si dipinga
La Santa Fe' vestita in altro modo,
Che un vel bianco, che la copre tutta,
Ch'un sol punto, un sol neo la può far brutta.
[Gneo Popilio magnanimo Plinio.]Nõ si può dire quanto necessariamẽte si ricerchi in un Signor la magnanimità ne gesti, la quale aggrãdisce talmẽte la persona sua, che resta perpetuamẽte celebre, et illustre appresso al mondo. Sempre si dirà della magnanimità di Gneo Pompilio commendata da Plinio, il quale mandato da Roma legato ad Antioco, mẽtre il Rè tutto irresoluto differiva la risposta, con una verga tirò un circolo attorno, e lo sforzò a rispõdere avãti che [Fabio Massimo magnanimo.]partir potesse fuori di quel cerchio. Sempre sarà nominata la magnanimità di Fabio Massimo da Tito Livio celebrata, il quale in un cõflitto cõtra i Cartaginesi havẽdo pso perso perso il numero de' suoi [Tito Livio.]cinquecẽto soldati, e ricevuto una ferita mortale nella vita, cõ un corso velocemente si spinse cõtra [Lucio Posanni Albino magnanimo Plutarco.]Annibale, e per forza li levò il diadema di capo, innãzi che cadesse per la ferita letale morto in terra. Sempre si spargerà la voce del magnanimo fatto di Lucio Postumio Albino da Plutarco cõ somma lode accittato; il quale in una pugna contra Sanniti essendo cascato p morto in terra ferito mortalmẽte, nella seguente notte ripigliando lo spirito, sorse di terra, e con la destra mano tinta di sãgue, eresse un trofeo de' feudi de gli inimici uccisi, cõ questo titolo. Romani de Sãnnibus Iovi, in cuius potestate sunt trophea. Cosi la constanza in fatto [Gallieno Imperatore costante]illustra meravigliosamente un signore. Quindi è lodato Massinissa Rè de' Numidi da Tullio nel libro De senectute, perché vecchio di novãt'anni andava a piedi nudi, ne per freddo, ne per pioggia, o tẽpesta puotè mai esser indotto a portare il capo se nõ scoperto. Di Gallieno Imperatore si trova scritto, che fu di tãta constanza, che, vedendo la nova della ribellione dell'Egitto dall'Imperio Romano, per modo gioco disse Quid? sine lino aegiptio esse non possumus?[Herodiano historico.] Herodiano historico lodando di constãza Severo Imperatore scrive,[.....] ch'era buono infaticabile, patiẽtissimo del freddo, et del caldo, onde talhora sopra altissimi monti, che biancheggiavano di brina, et di neve, caminò lietamente in compagnia de' suoi soldati. Il Beroaldo [Il Beroaldo]in un suo Panegirico a Ludovico Sforza dice questo in sua lode.
Cognitum in te est fortissime, Princeps.
Horatianum illud evolgum esse verissimum.
Si fractus illabat ut orbis,
Impaudium serient ruine.
[S. Agostino]Se vogliamo anco riguardar l'osservanza nelle leggi, quel signore meriterà somma lode, et honore, che manterrà inviolabilmente le leggi imposte, et pubblicate da lui. E questa fu la causa [ Severo Imperatore constante](dice Agostino Santo nel quinto libro della Città di Dio) della prosperità de' Romani, et che l'Imperio
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