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armi, veggio manifestamente d'haver preso un carico grave, et un peso agli homeri miei faticoso, di soverchio, perché quel che ha stancati per tanti secoli avanti infinita turba d'huomini facondissimi, molto più facilmente porgerà gravezza allo stile di soggeto come son io a tanta fatica imparare, e diseguale. Ma non sarà senza discorrer troppo, che scientia (come dice il Filosofo nel primo dell'anima) est de numero bonorum honorabilium? E che cosa dall'altro canto è un'huomo senza scienza? non è egli un cavallo o un mulo, come dice David, senza intelletto? Nolite fieri (dice egli) sicut equus, et mulus, quibus non est intellectus. E altro genericamente attesta il medesimo dicendo. Homo cum in honore esset non intellexit, comparatus est iumentis insipientibus, et similis factus est illis. Non è egli sasso, o una pietra insensata, come dice Diogene? Però vedendo egli un giorno un ignorante seder sopra una pietra, disse con motto arguto: Lapis super lapidem. Del medesimo si legge, asceso un giorno in luogo eminente, e sublime, esclamò. Venite homines ad me. et accostandosi a lui solamente turba di gente idiota, disutile, e vile, disse per impronargli. Nos vos, sed homines quesro. Per cotesta cagione era solito (dicono gli scrittori di andar di dì e di notte per la città di Athene con la lanterna in mano accesa, cercando uno huomo, essendo stato delle persone scientiate da tutti i tempi, grandissima carestia. Fra' bellissimi detti di Socrate si trova questo ancora al proposito presente. Che tanta distanza è da gli huomini dotti a gli ignoranti, quanta differenza naturalmente si scorge esser da gli huomini alle bestie. Ma a dimostrar più ampiamente gli honori delle scienze, et dell'arti convengono i detti di Cassiodoro , et del savio, de' quali uno nelle sue epistole dice. Non potest aliqua in mundo esse fortuna, quam non augeat literarum gloriosa notitia. E l'altro nella sapienza al settimo. Venerunt mihi omnia bona pariter cum illa, et innumerabilis honestas per manus illius. Oltra di ciò gli essempi diversi addotti da molti intorno a gli honori fatti a varie persone letterate, palesano l'istesso. Scrive il Pontano, che Lisandro per alcuni pochi versetti empì d'argento il cappello di Antiloco Poeta, riputandolo degno di maggior honor, che quello. Si legge appresso a Silio, che Ottavio Augusto faceva ogn'anno celebrare il di natale di Virgilio che veniva ne gli idi d'Ottobre con solenni cerimonie per mostrar quanto conto teneva della virtuosa memoria d'un tanto huomo, Angelo Politiano nella Nutricia scrive, che Scipione Africano in vita donò certi horti celebri a Ennio Poeta per le sue lettere, e in morte li dedicò una statua con doppia dimostratione d'honore alla virtù eccelsa di quello. Racconta Suida che Traiano imperatore si degnò più volte di accettar seco in carrozza Dione sofista, partecipando gratiosamente le grandezze Imperiali con la filosofia