Pagina:Garzoni - La Piazza Universale - 1593.djvu/62

L'AUTTORE A
SPETTATORI
E

CCOVI, Nobilissimi spettatori avanti a gli occhi posto un ritratto, et una vera imagine, anzi una espressa idea dell'opere segnalate, e maravigliose de celebri Architteti dell'era passata, onde mirando fissamente, havrete ampia materia di dilettarvi nella vaghezza, nell'arteficio, e nella compositione della presente fabrica, formata per vostro piacere, e diporto, alla sembianza de gli edificij, che con tanto stupore ordinarono già al mondo gli artefici antichi, per essi non solo indegni di obligo, ma veramente meritevoli di una perpetua memoria, e sempiterna ricordanza. Io m'ho proposto nell'animo di seguitar le grandezze, e le magnificenze di quegli come cosa lodevole, et honorata, e fuor di modo aggradita da gli occhi della presente età, di queste meraviglie estremamente vaga, et curiosa. Però, si come leggiamo; [Hermodoro Architetto.]che l'antico Hermodoro formò quel memorabile obelisco in Egitto, [Hermogene Architetto.]Hermogene il tempio alla Dorica di Diana Magnesia, Meleagine il Fano di Minerva Prienense, [Sugila Architetto.]Sugila il mauseolo d'Artemisia Regina de' Carij, Sostratto la torre di Tholomeo miracolosa[Sostratto Architetto.]; Mennone la casa di Cito Re de' Medi tutta posta a oro[Mennone Architetto.], Zenodoro il simulacro del Sole, sotto Nerone tanto meraviglioso[Zenodoro Architetto.], Charete Lindio il Colosso Rodiano di altezza, e di grandezza veramente mostruosa[Charete Lindio Architetto.]. Cosi ho voluto io (per imitar cotesta antichità) che ne i venturi secoli si legga dell'edificio di una Piazza in brevi giorni, e con poca spesa fatta sì ampia, e magna, che tutta la posterità meritamente ne goda, e lietamente fruisca il giocondo, e glorioso spettacolo di quella. E sì come a i giorni passati feci il curioso Theatro, che hora diletta gli occhi, e gli animi de' gentilissimi suoi spettatori, così ho formato al presente la riguardevol Piazza, forse non men che Campo Fiore, o il foro di Traiano edificato da Apollodoro, per grandezza, e capacità spettabile appresso a tutti. E' vero, ch'io non son troppo sicuro, che Celio Rodigino col parer di Platone, non mi condanni nelle spese, per haverla abbassata forse troppo co' mistieri vilissimi sottilmente da me descritti, nondimeno havendo io procuratori, et Avocati di importanza nella causa mia, tengo non poca confidanza di restarne di sopra, e vincitore affatto, perché se il dotto Apuleio ha potuto con facondo stile celebrar le lodi dell'asino, Plutarco comporre un dialogo del Grillo con Ulisse, Luciano commendar tanto la Mosca, Pitagora lodar cotanto, la cipolla, Diode estoglier superbamente la Rapa, Virgilio diffusamente scriver della zenzala, il Vida far un libro particolare, della