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mo carissimo che bisogna à voler esser perfetto in ogni cosa, come so che voi bramate, et bramando, con somma industria cercate ognora unirvi al circolo di tutte le perfettioni, ch'è Christo, del quale è scritto. Ego sum Alpha, et Omega Principium, et finis; chiudendosi in lui come in circolo vero tutte le linee de meriti della Vita dell'huomo, et gloriarsi col vostro Paulo, della sola santificatione della Croce, dicendo: Absit mihi gloriari, nisi in cruce Domini nostri Iesu Christi, riputando con esso ogn'altra cosa come sterco indegno, et vile, et dicendo co l'istesso: Omnia arbitratus sum ut stercora, ut Christus lucri faciam; bisogna dico immortalarsi per mezzo della cognitione di colui, ch'è vita immortale, et eterna di ciascuno che crede in lui, dal quale (ò voi felice, et beato) se illuminato fussi, all'hora sì, che la gloria che non ha pari al mondo, passando gli estremi, sarebbe del vostro nome si terribile eccesso, che i termini d'Athlante non potrebbono certamente contenerlo. Per la qual cosa io vi prego, et scongiuro per l'amate viscere del mio Signore in cui solo posso operare, che la durezza Hebraica si franga, che intenerito et molle per il dolce verbo di lui Verbo Santissimo, v'accostiate alla sentenza di chi v'ama, et bramma di perpetuare la vita vostra al dispetto dell'inimico, che vi fa resistenza forte, et gagliarda, acciò ch'io possa rindolcirmi tutto, vedendo che il mio M. Abramo, cangiato il nome, sia scritto nel ruotolo, et Catalogo de' nostri, et deposto il fermento della malitia hebraica, fatto nuova conspersione in Christo nostro Signore, promettendovi allhora d'alzare i vanni della Poesia tant'alto, che à guisa d'un Giove io vi rapisca in cielo, et mettendovi in grembo della bella Europa, vi lasci eternamente fruir l'infinita beltà, et vaghezza della Signora nostra, à cui (benché hora vostra inimica) et al suo figlio benedetto, vi raccommando né secoli de' secoli.