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di Mesuè, il Diacimino, il Diacassia, per pillole poi, l'aggregative, le cõmni l'auree, le feride, quelle di Iera composte, di Turbith, di Reubarbaro, di Ermodattili, di liquiritia. Per strappi, i rosati, gli acetosi, i violati, et simili altri per songie, quella di gallina, quella di Orso, di Occa, di Anitra, di porcello. Oltra che adoprano mille medicine, confettioni, grassi, lavande, cristeri suppositorij, ventose et altri rimedij, essendo infiniti i mali, che passano per le mani loro. Questi han la cura, et l'impaccio dell'apostemme tutte, ò frigide, ò calide, ò coleriche, o altro che si siano Cancri toccano à loro, il fuoco di S.Lazaro, l'erisipile, le formiche, le brongie, le scrofole, i stẽmoni, l'enfiature, le scotature, i carboni, le vessiche, le ghiandusse, le sistole, gli ardori, i pizzigori, le tigne; le pelarelle, i tenconi, le piattole, i porrifighi, la pizza, la rogna, la scabia la lepra, l'anguinaglie, le rotture, le sconciature, le piaghe, le ferite, il morbo gallico e l'altro tutto v'è di buono tutto è al commando de' Cirugici dal principio al fine perche a ogni modo gli piace l'acquarella, la marcia, il sanguaccio e con buon stomaco patiscono di veder quelle cose, che la natura istessa come pietosa hà in ofio et abhorisce affatto, la onde lasciaremo à Glaucia Cirugico antico, che tẽga la mano a suo piacere fra testicoli de cadaveri et a Cristobolo, che põga le dita nelle putride piaghe de' feriti come fece cõ tãta lode à Filippo Re di Macedonia al Fioravãti che metta i cerotti di dietro, ed davãti dove faccia di bisogno; a M. Frãcesco del S.Marco ch'empiastri le natiche di besonica a chi non hà di mestiero, al Mariano che scortichi la tigna a furfanti de gli Hospedali; a maestro Guglielmo da Ravẽna, che s'onga fino al mostaccio nella marica de' cancherosite a tutta questa scuola assignaremo per provisione eterna, che stia col naso, et cő la bocca a lãbir quel zibetto, et quel profumo ch'esce dal lazaretto cõmunemẽte. Nõ dico però che questi tali nõ siã stati valenti huomini in quest'arte, come a tẽpi moderni è stato ancora Frãcesco Vitigato da Lendenora, Giovãni Andrea de' Grãdi, Giovãfrãcesco da Burã Frãcesco de Castello, Lelio Rama da Venetia, Giovã Battista Regulo, Frãcesco d'Atimis, Thomaso da Terranova, Vettor de' Calbi, Prospero Borgarucci dottor in Medicina eccellẽte, et altri infiniti. Ma cő qual modo particolare si curino le ferite d'archibugio quelle di frezza, quelle di taglio, quelle del capo, del petto, vẽtre et altre, vedasi il Diario Empirico di [Girolamo Crasso.]Girolamo Crasso, che assai bẽ lo manifesta e per cõto di molt'ulcere particolari, vedasi Vidovidio Fiorẽtino ne Cõmẽtari sopra i libri d'Hippocrate, De Fistuliis et vulneribus. Così della chirugia in universale Alãfrãcio, Giovãni di Vico, Guglielmo da Ravẽna il glorioso Fioravãti dai miracoli, et altri assai; nella qual materia reputo esser fuor di modo giovevoli quelle tavole, c'hà raccolto Horatio Moro medico Fiorentino dalle fatiche, et vigilie da Giovãni Tagaustrio in questa professiõ celebratissimo vedẽdosi in esso brevemẽte quãto dee operare un cirugico perfetto e cõpito nel suo mestiero, il quale, se nõ fosse mai d'altra gloria ornato, questa lo rẽderebbe gloriosissimo, l'haver havuto per discepola la bella