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perche la vita ch'è così cara, che nessun thesoro del mondo è comparabile à quella, non si confida se non à persone c'habbian fede, e discretione in loro. Non parlo che la mano sia prõta et gagliarda, senza tremore d'alcuna forte; nõ che la vista sia perfetta, l'animo ardito, et virile; la tenerezza inutile aliena da lui; non che spesso si raccolga ne' luoghi de' valenti Cirugici, ove attenda le prove loro, et le mandi à memoria per divenir egli prattico, come si deve: perche Celso[Celso.Ahab.], nell'ultimo libro della sua Cirugia, et Aliab nel primo cõmento insegnano coteste cose per le principali al Cirugico per tenersi: ma dico bẽ che si dee ingegnare cõ ogni studio, et cura di seguir la dottrina di coloro, che sõ stati piu famosi, et piu rari in questa professione, scacciando da se stesso l'ignorãza a moderni Cirugici assai particolare, perche (come dice mastro Simone Genoese nel fine del suo [Simone Genoese.]Prohemio) non è di poco momento l'homo, che la vita sua debba prendere dall'ignorãnza di una mano et si dee eleggere un Cirugico ingenioso, fra l'altre cose, perche l'ingegno aiuta l'arte, e la natura l'operatione. Il proprio ufficio d quello è d'apportare ne corpi l'unico, unir l'appartato, cavare il superfluo, coõservar senza dolore, e proibire la putrefatione il che si fa scarpellãdo, vessicando, consolidando, mortificando, mõdicando, incarnando, spartendo, racconciâdo, tagliando cõ l'operation del fuoco, con l'incisione della vena col cauterio, col metter stoppa nelle ferite, cõ corprirle cõ pezze cõ fasciarle acciò che l'aere, e 'l vento non vi entri et faccia nocumento alla piaga, con i soliti difensivi, et rimedij essicanti, con l'oppositione finalmente di tutti i medicamenti opportuni a tutti i cirugici esperti, noti, et manifesti. Nelle quai cose adoprano per instromẽti i rasoi, le seghe, le lanzette, le forbici, li aghi, le tanaglie, l'attrattore torculato, lo stile, il gamauto, la strĩga, la spatula, il diodeò, le tencaule canulate, dentate, et ferrate, le casse l trapano, il raspatore, la lieva, il cauterio, le molettine, et mill'altri instromẽti postim e notati da Giulio Polluce[Giulio Polluce.] nel quarto dell'Onomasticon, et da ne' suoi libri di Cirugia[Andrea della Croce.]M. Andrea della Croce, ove attendono à tondere, radere, scotenare, trapannare raspare, sollevare tostare, cauterizare, dare il fuoco, metter fili e taste, cucire, empiastrare, ongere, salassare. Ma fra i rimedij cõmuni usano ordinariamẽte l'onguẽto Egittiaco in forma solida, l'onguento Basilico, l'onguẽto maestrale cõ succo di socra, e di piãtagine, che si chiama sparadrappo, l'onguento di Canfora in forma liquida, l'onguẽto de gl'Apeo. l'onguẽto misto, l'onguento di Minio, Ceroti capitali, ceroti Diaquilone magistrale, ceroti d'Isopo, ceroti di Betonica, oglio benedetto, oglio di rossi d'ova, oglio d'pericone, oglio di Mãdole dolce, ò amara. oglio Laurino, oglio rosato, oglio violato, oglio di ruta, oglio di Ginepre, oglio di Trementina, oglio di seme di lino per sempllici la mirrha, il boll'arminio, l'incenso, l'aloè, il sangue di drago alume di rocca, mel rosato et simili per acque quella d'endivia, quella di Lupoli, di boragine, d'asẽzo, di sumostero, di vita, di buglessa, di cetronella, di scabiosa per elettuarij, il dicatolicone, il diapruno, l'elettuario,