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né Franchi, i quali mai l'hãno accattate, come dice in Ghiosa prima, al capitolo de Accusationibus, alla causa terza, e questione quinta, se non in quanto si fondano sopra la ragione, et la ragione, così richiede, non perché così dica la legge, come nota Baldo nel principio del Codice, [Baldo.] et gli Hispani non solo non usano le leggi imperiali, ma quel che importa più altro volte, nel Regno loro ordinarono, che uno, ch'allegasse le leggi de gli Imperatori, fosse condannato nella testa, come riferisce Oldrado [Oldrado.] nel consiglio sessagesimonono, altre volte ancora fu prohibito da essi, che nessuno potesse tener libri di legge, come racconta Giovan Lupo Giurisconsulto et se bene [Giovanni Lupo.] i leggisti si vantano d'haver havuto giurisconsulti dottissimi, et eccellentissimi, così antichi, come moderni, et põgono in Catalogo un Guarnerio detto Lucerna della legge da Odofreddo, un Bulgaro, un Martino Piacentino un Giovanni Azone, uno Accursio, un Rogetio compositore della prima somma, un Hoffredo Beneventano suo discepolo, un Giovan Bosiano Cremonese, sommatore delle Pandette, un Lottario, un Giacomo di Balduine, un'Odofreddo [Odofreddo.], un Guglielmmo di Duranto detto lo Speculatore, un Giacobo di Belviso, un Dino da Mugello, un Giacobo d'Arena, un Cino da Pistoia, un Bartolomeo da Cutrigario, un Nicolò de Matareli, un Gaspar de' Colderini, un Rinierio da Forlì, un Lapo da Castiglione, un Bartolo da Sassoferrato, un'Angelo da Perugia, un Francesco de gli Albergoti, un Baldo Perugino, Francesco tigrino, un Riccardo da Saliceto, un Pietro d'Ancarano, un Antonio da Butrio, un Giov. d'Imola, un Paolo di Castro, un Lodovico Pontano, un Nello da S. Geminiano, un Giacobo Alvarotto da Padua, un Nipote da Monte Albano, un Christoforo Porco, un'Aretino, et più modernamente un Decio, un'Imola, un Giasone, un Bosso, un Zabarella, un Corte, un'Alciato, un Menocchio, un Lorenzo Massa Segretario de dell'Illustr. Signo. di Venetia il quale oltra l'essere ornato della cognitione di tutte le sciẽtte, nobili in questa delle leggi è peritissimo, et spero, che un giorno si vedrãno frutti tali del suo sublime ingegno, ch'il modo ne stupirà, però meritãmẽte il prudẽtissimo suo consiglio, è tenuto in gran pregio di quella Seren. Rep. della qual è primo Legista, un Re buffo, un Mantuo, un Roncagallo, un Follerio, un Cocino un Riminaldo, un Bertazzuolo, un Angosciola, un Cannesio, un Veggio, un Brechiò, un Tiraquello, et infiniti altri professori di questa scienza, nientedimeno molto maggior è il numero di quei dottorelli da dozena, che mai fan casa di doi solari, albergando sempre a basso per l'ignoranza, e insufficienza loro, e à quali non basta l'animo d'acconciare due paragrafi à brodetto, ne mettere quattro Ghiose in salamora, tanto son digesti della scembietà, la quale è così propria loro come il parlar Melenso à Gratiano da Bologna. Sono anco nella patria loro in parte vili, perché se il Medico s'impaccia ne gli Orinali, et nelle Zangole, et esso negociano co' sbirri, col Boia, con le corde, con le berline, et con le forche. Oltra che fanno