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DEL SIGNOR BARTOLOMEO
BURCHIELLATI FISICO IN LODE
DELL'OPERA.


N
ELLA gran Piazza le stupende prove

Corrette tutti ò pellegrini ingegni;
Tutte l'arti vi son, tutti gl'ingegni,
Le cose antiche, le già fresce, e nuove.
Co' cieli, e i figli, e gli altri Dei vi è Giove,
Tutte le Signorie, tutti gli Regni,
L'arme, gli amori, i pensier vuoti, i pregni,
Quel ch'è, quel che non è, quivi, od'altrove.
A questa manna in cui v'è ogni sapore
Venga ciascun, ch'ei diverrà satollo,
E potrà altrui cibare à tutte l'hore.
Indi si volga ad ammirar l'Auttore,
E dica, no 'l sé Palla, ò d'Apollo,
Ma quel che a questi, e a tutto 'l mondo è auttore.


DEL SIG. THEODORO ANGELUCCI
IN LODE DELL'AUTTORE


T
ACCIA l'Egitto del suo Proteo antico,

Che ne Cristalli il crin d'alga coperse,
L'horrende forme sempre mai diverse,
Mentre d'apparir chiaro ci fu nemico.
Perché il Garzoni a noi più buon amico,
Il vago e dotto stile suo conserve
In più opposite forme, et quello offerse
Chiare si, ch'in van dirlo, m'affatico.
Verdi coralli, condorate arene,
Et con cochiglie preciose ornaro
Le pumicose grotte al Dio marino:
Al costui merito per honore conviene,
Che, ovunque il sol non è di luce avaro,
Si canti il grande ingegno, e pellegrino.