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DEL SIGNOR GUIDO CASONI
ALL'ISTESSO.


N
OVVEL Prometheo alto poggiando asceso

Nel fertil di natura ampio giardino,
Placato il suo cultor vigil destino,
Da ignoti rami eterni frutti ha preso,
Indi né campi fasti cosi sceso
De l'arte, i fior, che 'l buono rendon divino,
E ch'a la terra il fan rivolto, e chino,
Togliendo, un'aureo testo adorno ha reso.
Questo ti porge humil con tutti i pregi
Più degni e cari di Natura, e d'Arte,
Invittissimo ALFONSO il gran Garzoni.
E ben si deve il maggior don tra doni
Del maggior huom che mai vergasse carte
Al maggior figlio a tanti Duci, e Regi.


DEL SIGNOR ANTONIO
VANDALI DOTTOR DI LEGGE
PER L'OPRA DELL'AUTTORE.


G
RAN Piazza è questa, i fregi onde s'illustri,

Son le tante virtù l'arti diverse,
Ch'in mille lochi, in mille tempi aperse
Il vasto mondo, e i chiari ingegni industri.
Fabro è un Garzon, che gli artifici illustri
D'occhio, e di man mirabil Mastro scerse,
E tante aggiunse in un cose disperse,
Perch'in un campo ogni bellezza lustri.
Taccia la fama, e l'altre tombe, e i tempi,
Opre di tante genti, e d'anni tanti,
Ch'etade, e un sol con empia man distrusse.
Questa al suo colmo in pochi dì condusse
Un solo, e già con gloriosi vanti
Di se il mondo empie, e tutti vince i tempi.