agevolmente s'alzan le corna contra un tale, come si fa contra un tiranno superbo, et arrogante. Un vero Religioso poi è descritto cosìda Eusebio in un suo sermone. Verus religiosus debet esse neglector quietis, [Eusebio.], fugax voluptatis appetitor laboris, patiens abiectionis, impatiens honoris, pauper in pecunia, dives in conscientia, humilis ad merita, superbus ad vitia. Fra tanti Religiosi per avanti enumerati è chiara cosa ritrovarsi ancor a i varij et diversi ordini di tanti [De Cavalieri.]Cavalieri, che con militia Christiana difendono da pagani, et infideli i lidi nostri, e le riviere furono i Cavalieri chiamati da Romani con vocabolo latino Equites, e Romolo fu quello, secondo Dionisio, ch'instituì l'ordine di essi, i quali furon detti Celeres, secondo 'l parer di Antia[Antia.], da un Duce di Romolo chiamato Celere, il qual fu preposto a' tre centurie di loro, le quali eran mantenute da lui tãto in tẽpo di pace quanto di guerra. Onde [Livio.]Livio disse. Trecentos Romulus armatos ad custodiam corporis, quos Celeres nominavit, non in bello solum, sed etiam in pace habuit. Questi per testimonio di Plutarco furon levati poi da Numa, ma da altri Re furon restituiti, leggendosi che Lucio Bruto fu Prefetto de' Celeri dopo la morte di quello: et [Festo.] Festo narra, che tali furon detti ancora Trossuli da un luogo de Toscani preso da loro senza opera di pedoni, et Plinio [Plinio.] aggionge, che anco furon detti Fluxumenes. Crebbe poi col tempo ques'ordine in modo [Carlo Sigonio.](come ben narra Cornelio Sigonio, nel secondo libro De Antiquo iur Civium Romanorum) che nella potenza et grandezza non solo contese con la plebe, et coi Senatori, ma essercitò con tutti loro inimicitie crudeli. Scrivono Valerio Massimo, Dionisio, et Festo, che alle tre Centurie di Romolo, cioè de' Ranniesi Tatiensi, et Luceri, il Re Prisco n'aggionse altre tre, aumentando in questo modo l'ordine equestre al qual esser stati soprastanti i Censori mostra [Cicerone.]Cicerone nel terzo delle leggi, et non tutti quelli che militarono con cavallo publico et militare, essendo eletti dai Censori, che portavano per segno d'esser distinti da senatori, un chiodo angusto, secondo [Velleio.]Velleio portandone i Senatori un largo, et per distintione della plebe, uno anello in dito, secondo Plinio assignato loro da' Censori. Si legge però nell'Historia di Diogene, che anco i Senatori portarono in dito gli anelli d'oro. Quindi avenne, che quelli, [Dione.] che dai magistrati ricevevano anelli d'oro godevano non la dignità de' Cavalieri Romani, ma i privilegi almeno, et l'essentioni loro, come Quinto Roscio comedo che fu donato d'un anello d'oro da Silla Dittatore, lo scriba di Caio Verre Pretore, et Laberio ornato da Cesare Dittatore del medesimo dono. Fra Cavalieri Christiani s'enumerano i Cavalieri di Malta [Cavalieri di Malta.] prima detti Cavalieri Gierosolimitani, e poi di S.Giovanni, e poi di Rodi, et finalmente di Malta. L'ordine loro fu principiato, secondo Vincenzo Historico, l'anno 1120. Portano la croce bianca nel petto, et vivono