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«Ma vi è però il tòno laconico, o breve, che è molto alla moda, e che consiste nell’esprimersi con corte sentenze; per esempio: Non si può essere troppo concisi; Non si saprebbe essere troppo bizzarro;.... Null’altro che punti, mai paragrafi.

«Poi c’è lo stile elevato, per interiezioni. È raccomandato dai nostri migliori romanzieri. Le parole devono turbinare e ronzare come una trottola. Un tale ronzìo tien luogo di senso. È lo stile migliore che ci sia, se lo scrittore non ha tempo di pensare. Il tono metafisico è pur esso eccellente. Se conoscete una qualche parolona, è il caso di adoperarla. Parlate di scuole Joniche ed Eliastiche, di Archinto e di Alcmone, accennate alla oggettività ed alla soggettività. Non temete di dir troppo male di un certo Locke. Fate allusione alle cose in modo generico, e, se avete lasciato sfuggire una qualche assurdità troppo grossa, non mettetevi in pena per cancellarla. Basta che mettiate una nota in fondo alla pagina, in cui direte che avete preso la profonda osservazione alla «Kritik der reinen Vermuft» oppure alla «Metaphisische Aufausgsgrunde der Naturwissenschaft» 1. Ciò passerà per erudizione e per... franchezza.

«Ci sono varii altri tòni tutti egualmente celebri; ma io non ve ne ricorderò più che due: Lo stile trascendentale, e lo stile eterogeneo.

«Nel primo il merito consiste nel vedere entro la natura delle cose molto più in là degli altri. Questa

  1. Critica della ragione pura. — Elementi metafisici di scienza naturale.