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e rammento benissimo che tutti gli studenti lo proclamarono, a prima vista, l’uomo il più originale che fosse al mondo, senza però che alcuno d’essi sapesse dare le ragioni di una tale opinione. La stranezza di Ritzner era così evidente, che pareva un’impertinenza il ricercarne le cause.

Ma lasciamo ciò. Ho voluto semplicemente stabilire che, sino dal primo momento in cui il barone comparve a G..., egli esercitò sulle abitudini, sulle usanze, sulle persone, sui gusti di tutta la comunità l’influenza la più estesa, la più dispotica e nello stesso tempo la più indefinita e la meno spiegabile. È perciò che il breve soggiorno suo fece epoca negli annali dell’Università, tanto che rimase addirittura leggendaria l’epoca straordinaria in cui dominava il Barone Ritzner von Jung.

Non appena giunto, il Barone venne a visitarmi nel mio appartamento. In quel tempo egli non dimostrava alcuna età; vale a dire che la sua età non era manifestata da alcun segno esteriore. Poteva avere tanto 20 anni come 40, in realtà ne aveva 21. Non era quello che si dice un bell’uomo, forse anzi sembrava brutto. I contorni del suo viso erano angolosi e ruvidi, la fronte alta e bianca, il naso camuso, gli occhi grandi, vitrei, pesanti, senza espressione, le labbra salienti e riposanti l’una sull’altra.

Nel complesso era impossibile immaginare una combinazione di lineamenti umani, anche i più complessi, che, come quelli del Barone, producesse la impressione perfetta ed esclusiva della calma e della gravità inalterabile.