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VII.


Pöe fu un artista nel senso più nobile e più largo.

Gli uomini lo hanno chiamato pazzo, ma la scienza non ci ha ancora appreso se la follia sia o non sia il sublime dell’intelligenza; e se tutto ciò che è la poesia, il genio, la gloria non derivi da una infermità del pensiero, da un fenomeno, da una forma dello spirito eccitato a spese della ragione.

In questi ultimi tempi il figlio di Griswold, del primo biografo di Edgardo Allan Pöe, pubblicò sul Century di New-Jork i documenti che servirono al padre per la sua biografia.

Con tale pubblicazione il signor Griswold junior, nell’intenzione di giustificare l’opera del padre, tenta insinuare che Edgardo Pöe non fu che uno scrittorello di buona volontà, ma d’ingegno non molto superiore all’ordinario.

Ciò è semplicemente una bugia! Quando pure si volesse ammettere che l’uomo abbia vissuto male, è però certo, come egregiamente osservò l’Hennequin, che egli non nocque che a sè stesso: noi gli dobbiamo ad ogni modo racconti e poesie di cui nessun prezzo potrebbe pagarne la bellezza.