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               Come a mezzo della notte
               le campane così rotte
                         ci singhiozzano il memento!
               E ogni voce che s’invola
               dal metallo che hanno in gola
                         è un lamento!


Poesia singolarissima fra tutte, unica nel suo genere, è il Corvo. Poema misterioso, dice Baudelaire, che si svolge su una parola profonda e terribile come l’infinito, che mille labbra contratte hanno ripetuto ben mille volte: «mai più.»

È ben davvero quello il poema dell’insonnia e della disperazione! nulla vi manca, nè la violenza del colorito, nè la febbre delle idee, nè il ragionamento insano, nè il terrore dei vaneggiamenti, nè, persino, quella gaiezza bizzarra del dolore che lo rende anche più terribile.

L’arte di Pöe qui raggiunge il suo maximum. E tutti i suoi canti sono, così, fioriture inaudite, meravigliose di giardini superbi e malinconici, fantasmagorie di colori, nostalgie di crepuscoli, dove ogni essere ha un’anima, e le cose, le acque, le pietre, gli alberi, intendono, palpitano, vivono, hanno pensiero e sentimento.