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sono paradisi di profumi e di fiori, ricordi vaghi di vite anteriori, di plaghe lontane, O’Thaiti del sogno.

Ecco l’Addormentata, la bella morta, tutta candida sul letto di fiori, nella stanza strana, aperta ai misteri del plenilunio di giugno!

Ecco il cavaliere dell’Eldorado, l’eterno illuso che corre eternamente dietro un fantasma eternamente dileguantesi.

Ecco l’Eulalia dagli occhi di viola! Ecco Zante, l’isola dei giacinti, l’isola d’oro,

               l’isola bella che dal più bel fiore
               il più gentil di tutti i nomi ha tratto.

Ecco il giardino magico, le sognanti rose fra cui erra Elena...

          Oh! a quei viali laggiù, in su quella mezza
     notte di luglio non fu già un destino
     arcano che mi trasse al tuo giardino
     a respirar l’intima dolcezza
     di quelle rose addormentate?

La Città sul mare sembra una visione apocalittica: è il regno della morte:

          Ecco, la morte si è rizzato un trono
          nell’ovest, in un’erema città
          dove il povero, il ricco, il tristo, il buono
          dormono il sonno dell’eternità.