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angosciosa, i rari periodi felici della sua vita davano al suo ingegno la facoltà di comporre anche scritti umoristici.

L’humour di Pöe può realmente dirsi di buona lega perchè scevro assolutamente (come, del resto, lo sono tutte le sue produzioni letterarie) di ogni impurità di concetti e di forma. La comicità vien fuori dall’analisi dei tipi creati, o dall’ambiente, o dal carattere dell’episodio stesso.

Così la Conversazione con una mummia, così l’Avventura a Gerusalemme, la Replica all’X, la Settimana delle tre domeniche, ecc., ed in fondo alla comicità v’è sempre un po’ di satira e molta filosofia.

In questo genere però, non molto usato dal nostro autore, Pöe, pure essendo del tutto originale ed abbastanza efficace, non raggiunge l’altezza delle altre sue dissimili produzioni.

Già si disse che Pöe fu critico profondo e competente e che la sua nervosità giungeva facilmente, e specie contro gli scribacchiatori ignoranti e presuntuosi, al sarcasmo; quasi all’ingiuria. È necessario aggiunger qui anche che, ad onta del suo grande acume e della vastissima sua erudizione (e forse anche a cagione di ciò), i suoi giudizi critici non furon sempre infallibili.

Soggettivista sempre ed impressionista, facile alle simpatie ed alle antipatie, egli non seppe, o non volle, come altri grandi critici (il Taine,