Pagina:Garrone-Ragazzoni - Edgar Allan Pöe, Roux Frassati, Torino, 1896.pdf/45


Di queste è il Colloquio fra Monos ed Una. Assistiamo al dialogo di due anime dopo la morte.

Monos racconta, colle più minute particolarità, le sensazioni della tomba, la lenta trasformazione che si opera in compagnia dei vermi, tutto il passaggio dalla vita corporale all’altra vita che è detta la morte.

È sempre l’analisi esatta e precisa applicata al sogno. Pöe non crede alla brusca cessazione della vita. Per lui, finchè la forma persiste, una specie di esistenza latente dura ancora.

Quest’idea non poteva nascere che nel suo cervello. La vita nel seno della tomba aveva troppo di che attrarlo e questo tema conveniva meravigliosamente all’indole della sua immaginazione!

Non era dunque, sempre, l’agonia continua, insistente, la morte gustata, per anni ed anni, fra le tenebre e la putredine?

Quella è inoltre la tesi naturale e logica di una mente positiva, di uno spirito matematico che cerca fino all’ultimo la realtà e segue la vita finchè essa riveste una forma tangibile.

V’è poi un’altra specie di racconti in cui l’ispirazione, propriamente detta, del nostro autore non agisce che per una parte secondaria. Questi racconti si svolgono quasi tutti in fatti più o meno impossibili, presentati come realmente