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suo atto, della terribile ossessione che gli turbava il cervello!...

Egli aveva le angosce della vertigine, subiva un pensiero terrorizzante che gli agghiacciava il midollo delle ossa, e lo penetrava delle feroci delizie del suo orrore.

Ha ceduto! il riposo incomincia: alla crisi nervosa succede la calma.

Nell’assassino di Pöe, una volta compiuto il delitto, non rimane più che l’artista fiero dell’abilità colla quale l’ha perpetrato.

In altri racconti, La lettera rubata, L’assassinio della via Morgue, Il Mistero di Maria Roget, Lo scarabeo d’oro, Hans Pfall non si scopre se non l’americano amante di trastullarsi colle difficoltà, se non il matematico divertentesi a risolver equazioni. Fatti possibili, particolari verosimili, della più grande realtà; un problema giudicato insolubile, complicato a piacimento, e poi trionfalmente svolto dall’analisi sola o da una serie di deduzioni logiche.

In altre novelle, Il re Peste, l’Hop Frog, La maschera e la morte rossa, non si saprebbe vedere che i sogni disordinati ed insani dell’ebbrezza diventata abitudine.

L’immaginazione in altre domina. Il poeta appoggiato sempre sul matematico, si lancia in ipotesi filosofiche e ci narra concezioni particolari sulla creazione e sull’altra vita.