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III.


L’analisi delle avventure sconfortanti di cui fu tessuta l’esistenza di Pöe induce a considerazioni che tendono a renderlo interessante e simpatico.

La caratteristica precipua è una variazione perpetua del suo umore tra lo sconforto ed una illimitata fiducia nell’avvenire, con una spiccata predominanza di quest’ultimo sentimento ottimista.

La sua nevrosi, che egli stesso diceva ereditaria, venne ancora acuita dall’abuso del bere.

La di lui impotenza a reprimersi da questo vizio gli fu un continuo tormento, umiliandolo davanti a se stesso, lui così atto all’analisi, così atto al concepimento di altissimi ideali.

Pöe fu un volgare ubbriacone! Pöe morì di alcoolismo! Ecco la grande accusa, ecco lo stimma che lo fece oggetto di sprezzo vivente; ecco l’offesa che gli è sopravvissuta, vincendo l’omaggio al suo genio!

Ma forse Pöe domandava all’alcool l’obblio delle sue miserie, dei suoi dolori; Pöe chiedeva all’alcool la forza effimera, fittizia, di resistere alla lotta immane che egli muoveva alla fatalità