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L’influenza del conversatore è, in generale, più accentuata che quella dell’oratore.

I buoni conversatori sono più rari che i mediocri oratori. Di questi ultimi ne conosco molti. Di conversatori veri cinque o sei solamente; e la maggior parte ci obbliga a maledire la nostra stella che non ci fece vivere in quella terra africana, di cui fa menzione Eudossio, dove i selvaggi, non avendo bocca, non l’aprivano naturalmente mai.

Eppure certi individui di mia conoscenza, quando anche non avessero la bocca, troverebbero ancora il modo di chiacchierare col naso, come, del resto, fanno anche adesso.

XXXVI.

È strano che la parola τχηύ (fortuna) non si trovi una sola volta in Omero, benchè la fortuna sia l’idea fondamentale del dramma greco.

XXXVII.

Il dramma è la principale forma della letteratura imitativa, e quindi tende a generare in chi lo coltiva la propensione al plagio.

Di tutti gli imitatori, gli autori drammatici sono i più cattivi, i meno coscienziosi ed i più incoscienti; e ciò da che mondo è mondo.

Euripide e Sofocle non furono che l’eco di Eschilo. Terenzio non è che Menandro, e delle sole dieci