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XXIV.

Se qualche ambizioso volesse rivoluzionare d’un tratto il mondo del pensiero, dell’opinione e del sentimento umano io gliene offro il mezzo.

La via ad una gloria immortale è aperta dritta avanti a lui. Non ha che a scrivere ed a pubblicare un piccolissimo libro dal titolo semplice, qualche parola appena: «Il mio cuore messo a nudo». Ma il piccolo libro deve mantenere tutte le sue promesse.

Non è strano che in mezzo alla folla di uomini pazzamente assetati di notorietà, inquieti di quello che di essi, come d’un feticcio, potrà dirsi dopo morte, non ve ne sia uno solo che abbia tanta audacia da scrivere questo libriccino?

Scriverlo, dico. A migliaia sono quelli che, fatto il libro, si metterebbero a ridere se venisse lor detto che, viventi, non avrebbero osato di pubblicarlo; ma bisogna scriverlo! Questa è la difficoltà! Nessun uomo oserà mai di scriverlo; nessun uomo saprebbe scriverlo, quand’anche lo osasse.

La carta si accartoccerebbe e si consumerebbe al contatto della sua penna infuocata.

XXV.

Credo che i romanzieri in generale potrebbero trovar profitto imitando i Chinesi, i quali, benchè costruiscano le loro case facendo prima di tutto il tetto, tuttavia hanno abbastanza buon senso per cominciare i loro libri dalla fine.