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tere d’assoluta stranezza. Dico assoluta, imperocchè in quelle impressioni psichiche nulla ricorda le impressioni ordinarie. È come se i miei cinque sensi fossero sostituiti da cinque miriadi di sensi sublimati.

Ma la mia fiducia nella potenza della parola è così intensa, che, talvolta, ho creduto possibile il dar corpo a tali effimere fantasie.

L’esperimento che ho tentato a questo scopo mi permise di provocare, quando il mio stato corporale e mentale è sano, il momento in cui io vedo tali fantasie; vale a dire che ora io posso, fuorchè sia malato, accertare che questo stato, se lo voglio, si produrrà tra la veglia ed il sonno.

Mentre prima, anche nelle circostanze più favorevoli, questa certezza mi mancava, ora io posso essere sicuro che proverò l’estasi, e posseggo anche il potere di obbligarla a prodursi.

Ma le condizioni proprie sono sempre rarissime, senza di che io avrei già fatto scendere il cielo sulla terra.

In seguito sono giunto ad impedire che l’istante, di cui ho parlato, di passaggio tra la veglia ed il sonno, svanisca; non già che io possa prolungare l’estasi, fare che l’attimo non sia più attimo; ma io posso, quando la visione si dilegua, tornar sveglio e fissarla nel dominio della memoria, trasportando le mie impressioni, o, più propriamente, il loro ricordo per modo che durante un breve lasso di tempo mi riesca di rivederle e di sottoporle all’esame.

Giunto a tanto io non dispero di poter mettere