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verità della storia naturale, poichè il salice esala insensibilmente un considerevole vapore che si condensa al freddo, e precipita qualche volta in una fine pioggerella.

Ebbene, riescirà facile il determinare molto esattamente la tendenza di uno spirito, il grado del senso della causalità che egli possiede, osservando quale di queste due derivazioni adotterà.

La prima senza dubbio è la vera, poichè gli epiteti comuni, volgari, provengono dai fenomeni comuni, notati da tutti, senza preoccupazione della esattezza dell’osservazione.

Ma nove filologi su dieci s’attaccheranno invece alla seconda spiegazione unicamente per la sua originalità e per la singolare precisione con cui il fatto sembra adattarsi alla parola.

XII.

Paulus Iovius, il quale viveva in quegli oscuri tempi, in cui le penne a punta di diamante erano sconosciute, giudicava bene quando, credendo di fare della rettorica, diceva del suo Stilus che era aliquando ferreus, aliquando aureus.

Fra gli autori moderni, i quali per scrivere, non si servono che di penne d’acciaio o d’oro, ve ne saranno certamente che, per la posterità, daranno a queste il nome di penne d’oca, e, poveretti, crederanno anch’essi di fare della retorica.