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Vi sono però tre o quattro teste di donna di una bellezza eterea, ritratti sul fare di quelli di Sully.

Ogni pittura è di tòno caldo, ma serio. Esse non producono quello che si dice un effetto brillante. Da tutte emana un senso di quiete e di riposo.

Nessuna tela è di piccole dimensioni. I quadri troppo piccoli dànno ad una camera quell’aspetto di picchiettatura, che è il difetto di molte opere d’arte troppo ritoccate.

Le cornici sono larghe, poco profonde e riccamente scolpite, nè opache, nè traforate, ed hanno, tutte, lo splendore dell’oro brunito.

Riposano a piatto sul muro, non sospese da corde, e non inclinano verso chi le guarda.

È vero che i quadri guadagnano spesso ad essere inchinati, ma l’aspetto generale della camera ne è sciupato.

Non v’è che un solo specchio e non grande; la sua forma è pressochè circolare ed è sospeso per modo che il proprietario non possa, stando seduto, vedervi entro la propria imagine.

Due larghi divani, bassissimi, in legno di palissandro, coperti di seta cremisi ricamata d’oro, sono i soli sedili, eccezion fatta di due poltroncine pure in palissandro.

V’è un piano-forte aperto. Una tavola ottagonale, fatta di un bellissimo marmo, in un sol pezzo, incrostata d’oro, è collocata vicino ad uno dei divani.

Questa tavola non ha tappeto: in fatto di drapperie si credettero sufficienti le cortine.

Quattro grandi e magnifici vasi di Sèvres, con