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zate ad angoli retti, oppure, se domina la linea curva, essa si ripete con una monotona uniformità, e così, per esagerata precisione, tutto l’aspetto di una bella camera si trova completamente guastato.

Le drapperie raramente sono ben disposte o ben scelte in rapporto colle altre decorazioni.

Con un mobiglio completo e razionale, un grosso volume di cortinaggi, di qualunque natura essi siano, non è conciliabile col buon gusto.

Poi v’è la questione dei tappeti. In questi giorni essa tende a migliorare, ma però fa sovente commettere gravi errori a causa della scelta delle tinte e dei disegni.

Il tappeto è l’anima dell’appartamento. È il tappeto che deve dare il tòno del colore e determinare pure la forma degli oggetti destinati a posarvi su.

Ad un giudice qualunque è permesso di essere un uomo ordinario; ma un buon giudice in tappeti deve essere un uomo d’ingegno.

Ognun sa che un grande tappeto può portare grandi disegni, e che un piccolo tappeto deve essere coperto di disegni piccoli; ma in ciò solo non sta tutta la dottrina.

(Noi abbiamo sentito su ciò discutere col fare di allocchi spiritati molti zerbinotti, incapaci di dare ai loro propri mustacchi una piega regolare.)

Per quanto riguarda il tessuto, il tappeto di Sassonia è veramente il solo che sia ammissibile. Quello di Brusselle è il passato più che perfetto dello stile, e quello di Turchia è il buon gusto nella sua definitiva agonia.