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— Calate il paniere coi sicli d’argento — urlò allora un soldato romano, con voce tanto rude e tanto rauca da parere che uscisse fuori dagli imperii di Plutone — calate il paniere con quella moneta maledetta, il cui solo nome basta a scorticare la bocca di un nobile romano! È così dunque che voi attestate la vostra gratitudine al nostro signore Pompeo, che, nella sua indulgenza, tanto si degnò da tendere l’orecchio alle vostre bizzarrie? Il dio Febo, che è un vero Dio, è in viaggio già da un’ora, e voi, non è dal levare del sole che dovevate essere al bastione? Per Giove Statore! credete voi forse che noi, i conquistatori del mondo, non abbiamo nulla di meglio a fare che montar la guardia alla porta di tutti i canili per trafficare coi cani della terra? Orsù! il paniere, vi dico! e badate che la vostra mercanzia abbia buon colore e giusto peso!

— El-Elohim! — esclamò il Fariseo, mentre i rochi accenti del centurione risuonavano lungo le rocce del precipizio e venivano a morire contro il tempio! — El-Elohim! Chi è mai questo dio Febo? Chi mai ha invocato questo bestemmiatore? Tu, Buzi-Ben-Levi, che sei dotto nelle cose dei Gentili e che hai vissuto lungo tempo nei loro paesi, è forse di Nergal che parla l’idolatra? o di Ashimah? o di Nibhaz? o di Tarak? o di Adramalech? o di Anamalech? o di Succoth-Benith? o di Dagone? o di Belial? o di Baal-Perith? o di Baal-Fegor? o di Baal-Zebub?

— No, no, nulla di tutto questo, ma bada alla corda! non lasciartela scivolare troppo rapidamente fra le dita! la panierina potrebbe urtare contro qual-