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     poi paludi, stese pallide
     d’acqua morta, — un luccicar
     d’acqua morta, — morta e gelida
     nel candor dei nenufar!

E pei monti e lungo i piani
     d’acqua morta, — morta e diaccia,
     diaccia e ugual, tra i fiori strani
     che vi tuffano la faccia;
     sotto agli alberi ed ai margini
     silenziosi del padul,
     dove appiattansi le vipere
     e i ramarri, e stanno i Ghul;
nel recesso più romito,
     sul sentier più desolato,
     il viator scorge atterrito
     vagar l’Ombre del passato;
     larve, pallide fantasime,
     alme, amici che svanir,
     che sussultano, sorridono
     e ancor mandano un sospir.

Per i cuori su cui l’ombra
     del dolore, grado a grado
     s’è distesa e tutto ingombra,
     questo, — oh questo! è un Eldorado!
     una santa, una magnifica
     invidiabile region!
     ma i viator che vi si perdono
     e la corrono a tenton,
non la ponno contemplare
     che a pupille chiuse, poi
     ch’è vietato penetrare
     desti in fondo agl’antri suoi!