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tonario acatalettico, alternato con un eptametro catalettico, che, ripetuto, diventa ritornello al quinto verso, e termina con un tetramento catalettico.

Per parlare senza pedanteria, i piedi impiegati sono trochei — una sillaba lunga seguìta da una sillaba breve ― il primo verso della stanza è composto di otto piedi di tale natura, il secondo di sette e mezzo, il quinto pure di sette e mezzo, il sesto di tre e mezzo.

Ora ciascuno di questi versi, preso isolatamente, è già stato impiegato.

L’originalità consiste nell’averli combinati nella stessa stanza.

Nulla che possa, anche da lungi, rassomigliare a questa combinazione, è stato fin qui tentato.

L’effetto di questa combinazione originale è aumentato anche da qualche altro effetto inusitato ed assolutamente nuovo, tratto da una applicazione più estesa della rima e della alliterazione.

La questione da risolvere in seguito era quella della maniera di mettere in comunicazione l’amante ed il corvo, e perciò doveva essere determinato il luogo.

Sembra che l’idea, che, in questo caso, avrebbe dovuto da sè presentarsi al pensiero, sarebbe stata quella di una foresta o di una pianura, ma a me è sempre parso che uno spazio stretto e chiuso sia assolutamente necessario per l’effetto di un incidente isolato, e gli dia quell’energia che una cornice aggiunge ad una pittura.

In ogni modo c’è sempre il vantaggio morale, restringendo il quadro, di restringere anche l’attenzione, e questo vantaggio, non occorre dirlo, non