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posizione e tutto il vantaggio che, in ogni caso, ne avrebbe potuto trarre.

Ed infatti è evidente che un’idea qualunque di narrazione, degna veramente del nome di idea, deve essere elaborata e ponderata profondamente, in vista del fine cui si tende, prima ancora che la penna abbia toccato la carta.

Non è che coll’avere sempre avanti agli occhi il completo svolgimento del lavoro, che noi possiamo dare a un disegno di composizione la sua indispensabile fisonomia di conseguenza e casualità, curando che tutti gli avvenimenti, e particolarmente l’intonazione generale, convengano in modo diretto allo sviluppo della nostra concezione.

C’è, a mio avviso, un errore radicale nel metodo generalmente usato per comporre una novella.

Talvolta è la storia che fornisce un argomento; talvolta è un accidente qualunque della giornata, oppure, nel migliore dei casi, è l’autore che, inspirato da qualche combinazione di episodii interessanti, fa di quelli lo sfondo dell’opera sua e scrive, riservandosi di colmare poi colla descrizione, col dialogo ed anche con opportune riflessioni personali, le lacune del fatto e dell’azione che potessero, di pagina in pagina, farsi più evidenti.

Per me la prima di tutte le considerazioni è quella di un effetto a produrre.

Sempre in vista l’originalità (chè s’ingannerebbe a partito chi credesse di poter far senza questo mezzo tanto evidente quanto facile per ottenere che il lettore s’interessi ad un’opera), sempre in vista l’origi-