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10 EDGAR ALLAN PÖE

brianti, la tristezza dei luoghi immensi e singolari, i cieli da vascello fantasma, gli ardori di curiosità della convalescenza, l’allucinazione che usurpa i sensi, l’assurdo che debella l’intelligenza, l’uomo così disaccordato da esprimere il dolore col riso.

Egli analizza, nota Baudelaire, ciò che v’è di più sfuggevole; pesa ciò che v’è di più imponderabile; dice l’indicibile, e descrive con quella maniera minuziosa e scientifica che è tutta sua, ed i cui effetti sono efficacissimi, tutto l’immaginario che ondeggia intorno all’uomo, tutte le malie, tutte le sfumature del sogno, tutti i ricordi dell’oppio.

Un cenno biografico, anche brevissimo, su Edgardo Pöe è necessario. L’opera sua non può essere studiata senza una notizia della sua vita.

In lui l’uomo e lo scrittore sono stretti da vincoli troppo numerosi, troppo intimi, il genio dell’uno risente troppo delle azioni dell’altro, la razza, il mezzo, il momento hanno segnato di un’impronta troppo forte ogni brano uscito dalla sua penna perchè, l’uno senza dell’altro, possa essere compreso.

Infatti; quando si sarà detto di Edgardo Pöe: «è un poeta troppo ricco di passione; uno di