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Ulalume




I cieli eran foschi e cinerei
le foglie calpeste e appassite,
le foglie cadute e appassite!
Ed era una notte di un livido ottobre
lontano, in un anno di duolo e mister
ed era giù in riva del gran lago d’Hobre
nel triste e nebbioso paese di Wer!
giù, lungo il silente, letal stagno d’Hobre
nei boschi stregati e profondi di Wer.

E qui tra i cipressi di un viale titanico
erravo coll’anima mia,
con Psiche, coll’anima mia:
e il cuore, in quei giorni, il mio cuore vulcanico,
siccome la lava bollìa,
le lave e gli zolfi bollìa,
che scorrono eterni sui fianchi del Yaniko
tra i picchi e le rupi dei fiord,
che gemono e sprizzano sui fianchi del Yaniko
negli ultimi climi del Nord!

E i nostri discorsi eran stati solenni e severi,
ma i nostri pensieri ripieni d’affanno
e i nostri ricordi un inganno,