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E quale è il nostro Villico nei contorni della metropoli, che non tenga il suo asinello per il trasporto giornaliero di Ortaggi, di Cereali e di panni inbiancati alla città?

Prima però di chiudere questa parte del mio discorso biografico sull’Asino, mi piace narrarvi che in Verona nostra città Italiana infelicemente in questo momento sotto il giogo barbaro straniero, si faceva nel medio evo una famosa festa detta dell’Asino in commemorazione dell’Asina che trasportò la madre del Nazzareno Gesù, e il suo sposo Giuseppe in Egitto per salvare il neonato dalla crudel legge di Erode.

Udite, vi prego, il modo di questa festa Sacra Asinesca.

Si scieglieva una fanciulla di buoni natali e di specchiati costumi, la più bella che mai trovar si potesse. Saliva la Giovinetta sopra un Asino riccamente bardato. Si ponea tra le braccia un aggraziato Bambino rappresentando così la Vergine col suo frutto divino. Procedeva quindi processionalmente col Vescovo e col Clero della Cattedrale fino ad altra Chiesa. Quivi la Pulcella prendeva con la modesta Cavalcatura nel santuario il suo posto in prossimità dell'Altare dalla parte dell’Evangelio e tostamente cominciava la messa. Lo Introito, il Kirie, il Gloria, il Credo terminavano sempre con un ritornello allusivo alla rappresentazione della festa. Terminata la messa la Fanciulla, l’Asino, il corteggio ed il popolo tornavano d’onde eran partiti.

Ma basta così. Claudite jam rivos pueri, sat prata bibere.

E a che si riferisce il volo dell’Asino in Empoli nel giorno della gran festa, di Dio?

La Cronaca popolare Empolese lo fà derivare da una contesa nata tra i due popoli di San Miniato e di Empoli guerreggianti tra loro, per cui fosse iattato