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Fatto venire i suoi Falconi ad un guazzo vicino li menò e mostrò loro come essi volassero.»
Ed in vero. Perchè tanto ride il popolo a questo volo dell’Asino? Perchè invece di vederlo inalzarsi per aria lo vede dall’alto precipitare per terra.
E perchè accorrono e sono sempre accorsi dai circonvicini paesi ed anco da lontane città popoli ed individui a vedere questo famoso volo Asinesco? Per mera curiosità e per deridere in ultimo il nostro poco cervello.
Il Venosino poeta immagina nella sua arte poetica, che a un capo umano sia aggiunta una testa di cavallo, e poscia coperto di variopinte piume, una bella donna a principio vada a finire in un bruttissimo pesce. Speclatum admissi risum teneutis amici?
Dice il Poeta, Credite Pisones istae Tabulae fore Librum persimilem, cui nec pes nec caput unae raddalur formae.
Così è o Empolesi, del nostro volo dell’Asino.
È consimile alla fantastica pittura del Venosino poeta.
Chi non ride, chi non riderebbe al vedere un Asino precipitare da un alto campanile con ali dorate per terra? Questo non è volo, o Signori, è precipizio. È precipitosa discesa, e non salita.
Un incerto Poeta scrisse sul volo dell’Asino i seguenti versi
Ben mostrano gli Empolesi aver cervello
Quanto conviensi ad ogni uom dabbene
Che l’asino mutar fanno in uccello.
Il nostro Guerrazzi non è però di questo parere. Discorda dal nostro Panegirista o dice nella testè citata sua opera dell’Asino Cap. II, pag, 218. — ivi — «che può