Pagina:Garibaldi e Medici.djvu/43


— 41 —
Qui pur riposa il cenere

     D’altro campion, gagliardo
     Duce ai cavalli indomiti
     Del condottier Nizzardo.
     Tela non v’ha che al vero
     Ritragga il pro’ guerriero
     161Anelo alla tenzon.

       Di mischia al primier’impeto
     Nel destro braccio è colto,
     Splende l’impavid’anima
     Sul fiammeggiante volto;
     Furente alla riscossa
     Ei si scavò la fossa
     168Nel disputato agon.

Lode a Masina! Un fremito9
     Ancor di pugna invade
     I fidi tuoi che intrepidi
     Teco impugnâr le spade;
     E nel vicin periglio
     Pur di Bologna il figlio
     175Vendicheranno in te.

          Prode non sol, magnanimo,
     Ferito il lato manco,
     Cadeva il mio Daverio
     Di Veneziani al fianco.10
     Quanti al feral cimento
     Vidde quel dì cruënto
     182Del corridore al piè!

Fida al garzon di Corsica
     — Amazzone novella —
     Pugnò con maschio anelito
     Elvira ardita e bella;11
     Il fianco fulminato
     Del suo fedele a lato
     189In braccio a lui spirò.

      Lui, che stemprato in lagrime
     La cara al sen raccolse.
     Un’improvvisa folgore
     Di mezzo il fronte colse.
     A morte anch’ei ferito.
     Il viso impallidito

     196Sul cuore a lei posò.


E Magni, il biondo milite
     Della Medicea schiera,
     Imporporò sì giovine
     La tricolor bandiera:
     Forato il baldo viso,
     Pari ad un fior reciso,
     203Morto trabocca al suol.

          E Morosini e Dandolo
     D’ardente e nobil’alma
     Vidde quel sol raccogliere
     La sanguinosa palma.
     Ahi, chè brev’urna involve
     Tanta gloriosa polve
     210Degna d’eterno duol!

Securi dell’eccidio
     In piccola coorte
     Contro agguerrito esercito
     Sfidarono la morte.
     L’onor d’Italia, o Eroi,
     Così fu salvo in voi!
     217Pugnaste... per morir.

          Soldato incorruttibile,
     Sacra al valor bandiera,
     Il Duce invulnerabile
     Freme, combatte e spera:
     Ahi! sol cedendo al fato
     Per questo suolo amato
     224Serbossi all’avvenir.

Oh quanti Eroi, cui l’invida
     Fama involava il nome,
     Bruttâr di sangue gallico
     Le giovinette chiome!
     Ma, la risorta terra
     Vedralli in nova guerra
     231Spettri — tremendi ancor!

          Ora de’ prodi l’anime
     Sciolte dal lento frale
     Liban l’eterno gaudio
     De’ Cherubin sull’ale;
     Ivi un fulgor riveste
     Purissimo celeste
     238Chi per la patria muor.