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D’altro campion, gagliardo
Duce ai cavalli indomiti
Del condottier Nizzardo.
Tela non v’ha che al vero
Ritragga il pro’ guerriero
161Anelo alla tenzon.
Di mischia al primier’impeto
Nel destro braccio è colto,
Splende l’impavid’anima
Sul fiammeggiante volto;
Furente alla riscossa
Ei si scavò la fossa
168Nel disputato agon.
Lode a Masina! Un fremito9
Ancor di pugna invade
I fidi tuoi che intrepidi
Teco impugnâr le spade;
E nel vicin periglio
Pur di Bologna il figlio
175Vendicheranno in te.
Prode non sol, magnanimo,
Ferito il lato manco,
Cadeva il mio Daverio
Di Veneziani al fianco.10
Quanti al feral cimento
Vidde quel dì cruënto
182Del corridore al piè!
Fida al garzon di Corsica
— Amazzone novella —
Pugnò con maschio anelito
Elvira ardita e bella;11
Il fianco fulminato
Del suo fedele a lato
189In braccio a lui spirò.
Lui, che stemprato in lagrime
La cara al sen raccolse.
Un’improvvisa folgore
Di mezzo il fronte colse.
A morte anch’ei ferito.
Il viso impallidito
E Magni, il biondo milite
Della Medicea schiera,
Imporporò sì giovine
La tricolor bandiera:
Forato il baldo viso,
Pari ad un fior reciso,
203Morto trabocca al suol.
E Morosini e Dandolo
D’ardente e nobil’alma
Vidde quel sol raccogliere
La sanguinosa palma.
Ahi, chè brev’urna involve
Tanta gloriosa polve
210Degna d’eterno duol!
Securi dell’eccidio
In piccola coorte
Contro agguerrito esercito
Sfidarono la morte.
L’onor d’Italia, o Eroi,
Così fu salvo in voi!
217Pugnaste... per morir.
Soldato incorruttibile,
Sacra al valor bandiera,
Il Duce invulnerabile
Freme, combatte e spera:
Ahi! sol cedendo al fato
Per questo suolo amato
224Serbossi all’avvenir.
Oh quanti Eroi, cui l’invida
Fama involava il nome,
Bruttâr di sangue gallico
Le giovinette chiome!
Ma, la risorta terra
Vedralli in nova guerra
231Spettri — tremendi ancor!
Ora de’ prodi l’anime
Sciolte dal lento frale
Liban l’eterno gaudio
De’ Cherubin sull’ale;
Ivi un fulgor riveste
Purissimo celeste
238Chi per la patria muor.