Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 39 — |
I MARTIRI DI ROMA
A egregie cose il forte animo accendono |
UGO FOSCOLO.
Addolorata e bella
Scuote l’indocil’anima
Con torbida procella,
E dal commosso petto
Sprigionasi l’affetto
7Coll’ansia del dolor;
Fuggo — col volo indomito —
Alle Romulee mura,
Di San Pancrazio ov’ergesi1
La combattuta altura:
Bacio l’eroiche porte
Cui già difese a morte
14Santo di patrio amor.
E rimembrando i martiri
Che insaguinâr quel suolo,
Impreco eterna infamia
Al rinnegato stuolo
Che alla romana schiera
La libera bandiera
21Dal pugno osò strappar.
E, fratricida tumido,
Trafitta Italia in Roma,
Tornolle la porporea
Insopportabil soma.
Morte a colui che al cuore
Stringeva il vincitore
28Sul profanato altar!2
Lugùbre è presso ai popoli
L’insanguinata stola,
Perso ha l’antico fàscino
La mistica Parola;
La Croce ha svergognata
Nella fatal giornata
Pastor, dal gregge profugo,
Scelse a campione un vile,
Lupo tornò famelico
Per depredar l’ovile:
Allor che il re codardo
Visto il drappel Lombardo
42Ratto a fuggir si diè3.
Ahi! raddoppiando i fulmini
Sull’Itala Cittade
Intorno le s’agglomera
Selva di franche spade;
L’inegual pugna han vinto:
De’ forti il nerbo estinto,
49Roma le porte aprì.
Da queste ancor di sangue
Contaminate zolle
Delle immolate vittime
Il fumo a Dio s’estolle;
Ei lo raccoglie puro
E scrive: È omai maturo
56Della giustizia il dì.
Dal faral campo bellico
Il trepido pensiero
Vola a bearsi, a piangere
Di Roma al Cimitero.
Dall’immatura fossa,
Interrogate — l’ossa
63Risponderanno a mè...
Ma che? sui nostri Martiri
Non posa un’umil croce?
V’incalza ancor nel tumulo
L’ira di Pio feroce!
Ei che dal santo trono
— Ministro di perdono —
70Già mitragliar vi fè?