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tori nei dintorni ad attingere notizie sul conto delle sospettate mosse nemiche. Non era ancor trascorsa un’ora dalla presa disposizione, che i villici sparpagliati a tale scopo, furon visti retrocedere trafelati e sgomenti, urlando: i Tedeschi! i Tedeschi!

Infatti un corpo di circa mille Austriaci, incaricato dall’imperiale Governo di provvedere al disarmo delle popolazioni lombarde, era giunto il di antecedente a Varese, d’onde, appena informato la mattina stessa dello sbarco dei Garibaldini a Luino, fu inviato a marcia forzata per combatterli.

Avvertito il Generale dell’approssimarsi del nemico, fece battere subito a raccolta e in breve istante si trovò in mezzo a’ suoi per dirigerli all’attacco, od alla difesa. Dopo aver suddiviso la sua truppa in due colonne, pose l’una a capo della strada maestra, destinata a far fronte ai sorvegnenti Austriaci, ed ordinò all’altra, comandata dal Medici, di prendere una posizione di fianco, onde stornare il pericolo d’essere circondati e poter anche all’uopo servire di riserva o di rinforzo.

Occupate appena le designate posizioni, si videro dalla strada postale sovraggiungere gli Austriaci, che certamente istruiti della antecedente presenza di Garibaldi all’albergo della Beccaccia, vi si spinsero a primo impeto, nella speranza di farlo prigioniero. Impadronitisi dell’albergo, vi praticarono subito feritoje nelle muraglie, e da quelle bersagliavano al coperto le squadre dei Volontari.

Garibaldi, che, evaso in tempo utile, s’era già raccolta intorno e rianimata la sua mezza colonna, momentaneamente sgominata dalla prima sorpresa, le diè ordine di caricare i nemici a bajonetta e prendere l’albergo d’assalto. Resistettero da principio gli Austriaci, energicamente difendendosi; ma poi, riattaccati più gagliardamente mercè il rinforzo della mezza colonna appostata di fianco, furono costretti a cedere al vigoroso urto degli assalitori.

Lo strenuo Medici fu visto in quel decisivo assalto dar l’esempio a’ suoi militi di scalare la cinta dell’annesso giardino. Molti fecero in quella emergenza prodigi di valore, perchè fidenti nella valentìa de’ propri Condottieri.

E non si richiedeva di meno per mettere in piena rotta un nemico molto più numeroso ed agguerrito.