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Ivi la vivace, ma pur faticata milizia, incrociati a fascio i fucili in mezzo ai fronzuti alberi dei quali va superba quell’ampia striscia di terreno, si distese sui verdi tappeti in attesa del rancio, che la Municipalità del comune fu sollecita di apprestare ai novelli ospiti, fornendo tutto l’occorrente sul posto. Poichè il Generale aveva emanato severissimo ordine ai rispettivi Capi e sotto-Capi: che nessun milite si sbandasse in cerca di cibo negli alberghi o nelle trattorie cittadine; tanto più che in quello sventurato pomeriggio correvano già voci allarmanti sull’equivoca posizione nella quale si dibatteva scompaginata la povera Capitale Lombarda.
Infatti non era ancora trascorsa un’ora dall’arrivo dell’agile colonna, sitibonda d’azione, che una voce corsa dell’approssimarsi di cavalleria e di granatieri croati, creata più dal timor panico degli incettatori di notizie ad ogni costo, che dalla reale sussistenza del fatto, fece balzare in piedi e momentaneamente scompigliò il giovine esercito; in guisa però che la maggior parte dei militi, riprese le armi, si schierava nei ranghi, mentre alcuni della retroguardia, fortunatamente pochi, fecero atto di prendere la corsa verso la città, a manifesto scopo di ivi ricoverarsi in salvo.
Il Battaglione Anzani, sempre capitanato dal Medici, colla pur gradita missione di servir d’avanguardia, si dispose a tale intento, in un batter d’occhio, in ordine di battaglia: imitato successivamente dal resto della colonna, che occupava in lungo ed in largo l’ampio viale1. In quel mentre fu visto giungere a galoppo, proveniente dall’interno della città, montato sul solito destriero, il Generale, che, pure sedotto dalle notizie che correvano sempre più allarmanti, credendo maturato l’istante di rivelarsi in patria degno della nomèa che l’aveva precorso, si buttò a percorrere in su ed in giù la schierata coorte, in tempo pur anco a sbarrare col cavallo la via ai pochi pusillanimi, che sulle prime aveano inconsultamente tentata la fuga. Per la prima volta fu visto allora l’irato Nizzardo dardeggiar dagli occhi lampi guerrieri;
- ↑ Mazzini, il famoso agitatore, armato di carabina inglese, fu visto dal narratore di queste Memorie in quel periglioso istante schierato fra i militi della seconda fila, disposto a fare ciò che era compito d’ogni legionario italiano.