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86 primo periodo.

Capitolo XXVII.

Invernata e preparazione di canoe.


Neil’emisfero meridionale, già si sa, l’inverno succede nei mesi in cui noi, nel nostro, abbiamo la state, e dagli abitanti dicevasi esser quello un inverno rigido, e ci sembrava tanto più tale che tutti ci trovavamo sprovvisti di vestimenta e nell’impossibilità di rimediare alla mancanza.

Il motivo della nostra permanenza in San Simon fu per regolarvi alcune canoe (specie d’imbarcazioni fatte d’un sol albero, di cui si scava la parte interna) ed aprire le comunicazioni coli’ altra parte del Lago; ma in vari mesi ch’io stetti in quel punto non apparvero mai le canoe, e perciò nulla si fece di quanto s’era ideato.

In luogo di barche quindi noi ci occupammo di cavalli, essendovi dei puledri in quantità in quel sito abbandonato da vari mesi dai proprietari che appartenevano al partito imperiale; quei puledri servirono per fare de’ miei marinari altrettanti cavalieri, ed alcuni anche malamente domavano cavalli.

E San Simon un bellissimo e spaziosissimo feudo, benché allora distrutto ed abbandonato, e credo fosse proprietà d’un conte dello stesso nome, esule o i di cui eredi erano esuli, per diversità d’opinione dalla dominante repubblicana. Non essendovi i padroni e quelli essendo avversari, facevamo da padroni noi in quel luogo. La padronanza nostra però consisteva nel servirci degli animali del feudo per alimento, non avendo altro, e nel divertirci a domar puledri.

In quel tempo (16 settembre 1840) la mia Anita ebbe il suo primo nato, Menotti, la cui esistenza era un vero miracolo, poiché nel decorso della gravidanza la coraggiosissima donna avea assistito a molte pugne, sopportato molte privazioni e disagi ed una caduta da cavallo per cui il bambino nacque con una ammacca-