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84 primo periodo.

timo colpo. Una marcia continua di otto giorni a non meno di venticinque miglia al giorno ci mise inaspettati sotto le trincee della piazza. Era una di quelle notti d’inverno in cui un ricovero ed un pò’ di fuoco sono una vera fortuna, ed i poveri militi della libertà, laceri ed affamati, colle membra intrise dal freddo, esposti a fitta pioggia di un tempestoso diluvio che ci aveva accompagnati in tutta la marcia, avanzavansi silenziosi ed intrepidi contro i forti e le mura guarnite di sentinelle. A poca distanza eransi lasciati i cavalli sotto la custodia d’uno squadrone di cavalleria, e ciascuno rotolando i miseri cenci preparavasi all’assalto, che doveva aver luogo al primo «chi va là» delle sentinelle. I militi della Repubblica assalirono quelle mura come lo avrebbero potuto i primi soldati del mondo. Pochi furono 1 tiri d’artiglieria e di moschetteria del nemico, poca la resistenza sulle mura, ed i nostri montando sulle spalle l’uno dell’altro in poco tempo furon nell’interno della piazza. Alcuna resistenza di più fecero i quattro forti che dominavano la trincea. A un’ora dopo mezzanotte principiò l’attacco ed alle due eravamo padroni della trincea e di tre forti, con perdite relativamente indifferenti e senza aver sparato un tiro da parte nostra. In potere delle trincee di tre forti su quattro e tutti dentro la città, sembrava impossibile non dovessimo rimanerne padroni. Eppure I anche questa volta si doveva aver la peggio! La stella della Repubblica tramontava, e la fortuna era nemica al duce nostro. Trovandosi dentro la città, i militi nostri, affamati e cenciosi, credettero altro non vi fosse da fare che mangiar bene, bever meglio, vestirsi e depredare. La maggior parte quindi si dispersero coli’ idea del saccheggio. Intanto, riavuti dalla sorpresa, rannodaronsi gli Imperiali in un forte quartiere e fecero testa, in numero d’alcune migliaia. Li assalimmo e ci respinsero. Cercavansi i nostri militi per rinnovare gli attacchi e non si trovavano, o se s’incontravano erano carichi di bottino, ebbri e senza volontà di rischiar la vita,